Il futuro investito
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Diario, il 1 dicembre 2010

Lo ripeto da tempo su questo blog: per rispondere alla crisi globale l'Italia deve mettere in campo una riconversione del suo sistema produttivo, che non la porti a competere con i nuovi giganti dell'economia (Cina, India, Brasile, ecc.) sulla "quantità", sulle produzioni "operaie", ma che la porti ad investire sulla qualità, sulla specializzazione, sulle nuove produzioni. E su quello che "gli altri" non hanno.
Come l'immenso patrimonio culturale, artistico, storico, paesaggistico e architettonico di questo Paese.
E allora vedere un Governo che non riesce a trovare 175 milioni di euro per la cultura e che assiste inerme a tre crolli in un mese a Pompei (anzi, continua a dire che non bisogna lasciarsi prendere dagli "allarmismi"), fa pensare che è davvero arrivato il momento che se ne vada a casa.
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